Il racconto della nostra vecchia cucina a legna
Da quasi 40 anni vivo al maso Unterguggenberg e faccio ormai parte della famiglia, perché, si sa, gli uomini si prendono per la gola. Insieme a nonna Hilda mi sono occupata per decenni del benessere di tutti gli ospiti. Succedeva spesso che alcuni di loro seguissero il profumo delle pietanze da me riscaldate e venissero a curiosare in cucina.
A un certo punto ho smesso di contare a quanti ospiti abbiamo servito pranzi e cene e quante persone siano venute a riscaldarsi al mio fianco. Ho visto persone chiacchierare e ridere, cantare, suonare e festeggiare, confidarsi segreti e raccontare novità.
Per i bambini di casa sono sempre stata una specie di sorella maggiore: potevano appoggiarsi a me e sentirsi al sicuro, accoccolarsi accanto a me e guardare nonna Hilda che cucinava.
A un certo punto ho smesso di contare a quanti ospiti abbiamo servito pranzi e cene e quante persone siano venute a riscaldarsi al mio fianco. Ho visto persone chiacchierare e ridere, cantare, suonare e festeggiare, confidarsi segreti e raccontare novità.
Per i bambini di casa sono sempre stata una specie di sorella maggiore: potevano appoggiarsi a me e sentirsi al sicuro, accoccolarsi accanto a me e guardare nonna Hilda che cucinava.
E poi? Poi il maso Unterguggenberg è stato ristrutturato e improvvisamente mi hanno detto che non soddisfacevo le moderne norme di sicurezza. Ho avuto paura di cosa mi avrebbero fatto, ma per fortuna nessuno ha voluto separarsi da me e hanno avuto l’idea di usarmi come barbecue.
Da allora occupo fiera la mia posizione nel giardino di casa e osservo i bambini saltare sul tappeto elastico, correre a piedi nudi sull’erba e giocare con gatti e conigli. Sono felice quando vengono a farmi compagnia e mi utilizzano.
Quindi vi invito, cari lettori, a venirmi a trovare!